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sabato 12 aprile 2014

Saffo

Afrodite, trono adorno, immortale, figlia di Zeus, che le reti intessi, ti prego: l'animo non piegarmi, o signora, con tormenti e affanni. 
Vieni qui: come altre volte, udendo la mia voce di lontano, mi esaudisti; e lasciata la casa d'oro del padre venisti, aggiogato il carro. 
Belli e veloci passeri ti conducevano, intorno alla terra nera, con battito fitto di ali, dal cielo attraverso l'aere. 
E presto giunsero. 
Tu, beata, sorridevi nel tuo volto immortale e mi chiedevi del mio nuovo soffrire: perché di nuovo ti invocavo: cosa mai desideravo che avvenisse al mio animo folle. "Chi di nuovo devo persuadere a rispondere al tuo amore? Chi è ingiusto verso te, Saffo? 

***

Un esercito di cavalieri, dicono alcuni, altri di fanti, altri di navi, sia sulla terra nera la cosa più bella: io dico, ciò che si ama.
È facile far comprendere questo ad ognuno. 
Colei che in bellezza fu superiore a tutti i mortali, Elena, abbandonò il marito pur valoroso, e andò per mare a Troia; e non si ricordò della figlia né dei cari genitori; ma Cipride la travolse innamorata...
ora mi ha svegliato il ricordo di Anattoria che non è qui; 
ed io vorrei vedere il suo amabile portamento, 
lo splendore raggiante del suo viso più che i carri dei Lidi...

***

Simile a un dio mi sembra quell'uomo che siede davanti a te, e da vicino ti ascolta mentre tu parli con dolcezza e con incanto sorridi. 
E questo fa sobbalzare il mio cuore nel petto. 
Se appena ti vedo, sùbito non posso più parlare: la lingua si spezza: un fuoco leggero sotto la pelle mi corre: nulla vedo con gli occhi e le orecchie mi rombano: un sudore freddo mi pervade: un tremore tutta mi scuote: sono più verde dell'erba;
e poco lontana mi sento dall'essere morta. 

***

Squassa Eros l'animo mio, come il vento sui monti che investe le querce.

***

Sei giunta: hai fatto bene: io ti bramavo. All'animo mio, che brucia di passione, hai dato refrigerio

***

Saffo 






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