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domenica 3 luglio 2011

Ritornare a Sud, ciclico viaggio verso la terra Madre - testo critico - Giovinazzo, 3 Luglio 2011

Ritornare a Sud, ciclico viaggio verso la terra Madre

Chi conosce il Meridione
e ha presente i primi temporali autunnali,
quando all’improvviso tutto rinverdisce;
chi ha fatto analoghe esperienze di ciò che la natura può offrire,
ben comprende che cosa sia quella natura creatrice,
che, aprendosi, si specchia in se stessa
Hans-Georg Gadamer

Nel 150° anniversario dell'Unità italiana, nel mesto anniversario di questa Patria
sempre più calpestata da minacce di secessioni ad orologeria, è parso opportuno
porgere uno sguardo sul nostro meridione inteso come Ritorno spazio-sensoriale.
Lo spaccato di territorio, di cui la presente esposizione traccia contorni contestuali,
parrà ai tanti emigranti un atteso viaggio a ritroso nei luoghi che hanno segnato le
assolate tappe del crescere ed un omaggio che gli organizzatori e gli artisti regalano
loro. Dopo un anno passato nella giungla della Metropoli tra bilanci da far quadrare e
treni da prendere, coloro che ritornano a Sud colgono il piacere proprio di chi si sente
a casa, quel piacere avvertito da chi ancora una volta si sorprende ad indicare, nei
caldi pomeriggi estivi, la piazza pubblica dove da bambino tirava calci ad un pallone,
oppure quel secolare albero di ulivo protagonista di tante rumorose scorribande o
magari quel vicolo nascosto agli occhi del mondo dove clandestini nascevano i primi
amori. Nel mezzogiorno d'Italia il sapore dell'acqua portata dalle vecchie condutture
di quella piccola e isolata fontanella sul mare dove si cerca ristoro è il profumo della
vita vera barattata con l'avvenire professionale al prezzo di tanti "in carrozza, si va".
Il Sud da noi inteso è sempre un ritorno, è un richiamo sparpagliato dallo scirocco
che ci riporta a tramonti sul mare, a luci e suoni di bande di provincia e che ci
abbandona, almeno per un momento, al ricordo del sorriso di nostra Madre che
ancora ben impresso ha nella memoria chi si è dovuto separare da lei diventando così
adulto in terra straniera, ma quel bambino, una volta cullato al ritmo di cantilene
dialettali, ci spinge ciclicamente al ritornare, ci spinge verso quel canto nel vento
caldo di un'altra estate.
Marco Caccavo

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