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mercoledì 22 agosto 2012

L'arte pugliese, connubio di tradizione e multimedialità

Di seguito il mio intervento critico per la Mostra collettiva Puglia d'Arte e d'Artisti- "L'Arte contemporanea in Puglia: tra Multimedialità e tradizione" a cura di Daniela Calfapietro. Sarà possibile visitare la collettiva fino al 26 Agosto presso la Sala dei Templari a Molfetta (Bari).


Uno sguardo sull'arte contemporanea pugliese non puo' prescindere dal contemplare i due termini di avanguardia -intesa come multimedialità- e tradizione. Nel connubio tra queste due parole nasce il germoglio della creatività meridionale. La multimedialità tra le arti, ovvero la compenetrazione delle une nelle altre, rende all'unisono il canto della creatività umana, canto e gioia dell'essere che, come ricorda Jean-Jacques Rousseau, é nato nel sud del mondo; a Sud, "i bisogni nascono dalle passioni", ovvero il bisogno di fare, il bisogno d'artigianato e il bisogno di ogni artista d'esser artefice, nasce da questo uscir fuori di sé col compimento del gesto creativo che qui diventa condiviso. La Puglia, da sempre terra di meticciamento, condivisione e contaminazione tra i popoli, ha influenzato anche le varie forme del fare arte e oggi ne abbiamo esempio sensuale. Definirei questa collettiva una sorta di tempio e foresta di simboli, per citare Baudelaire, dove ogni opera corrisponde ad un'altra, facendo scoprire allo spettatore l'affinità elettiva che lega la scultura alla pittura, la poesia alla performance o il canto alla parola recitata. La corrispondenza oraziana tra pittura e poesia, e in generale tra le varie arti del fare, da sempre esiste nella nostra terra e si é sviluppata democraticamente senza veder il prevalere di arti in passato considerate più alte, ricordiamo, ad esempio, la vecchia diatriba tra scultura e pittura, tra arte ed artigianato, che in Puglia perdono di vigore e sono svilite di contenuto. Pensiamo alla pugliese arte del costruire i trulli, o i meno à la page muretti a secco delle Murge, che ben possono essere equiparati per perizia d'uso del materiale e risultato finale alle più innovative strutture architettoniche a firma d'artista o, ancora, alla ricercata gastronomia pugliese, arte povera del nutrirsi bene. Il prodotto umano ed artistico del Levante d'Italia, ponte e porta sul mediterraneo, non potrebbe intendere se stesso se non in maniera orizzontale, senza piramidi qualitative: qui il fare, in qualsiasi declinazione lo si intenda, é sempre uno scambio influente ed infuenzato, lo si potrebbe definire baratto del creare, dove ogni artista, posto dinanzi ad un altro creatore o ad uno spettatore, cede un po' di sé per poi risultare complementare all'arricchimento del donatore o del beneficiario. Lo spirito della presente collettiva, quindi, si pone nel solco della tradizione che in Puglia é sinonimo da sempre di innovazione sinestetica, multimediale se vogliamo, termine d'uso moderno indicante tuttavia una facoltà umana che nel sud é canone. Qui, il tradizionale eccesso di fare, di cui parlavo un momento fa, é sempre inteso come merce di scambio, base e sostanza del commercio tra le menti. L'espressione commercio delle menti pare appropriata perché insita nella stessa é l'idea di viaggio, di quell'uscir fuori di sé creativo che diventa dinamico. Infatti, come ogni viandante insegna, paccottiglie o pregiata seta trovano nel viaggio, nel perseguimento della propria destinazione geografica, il valore aggiunto del prezioso. Ambizioso, allora, é il cammino di questa collettiva che fa del viaggio una delle sue ragion d'essere. Le opere, "eccessive in loro stesse" come "eccedenti sono gli animi degli artisti", si smaterializzano in una registrazione video, che qui indica la dimensione del viaggio, per poi essere restituite, sia ben chiaro sotto altra forma, nell'altra parte dell'Oceano Atlantico, in quella New York, cuore pulsante dell'arte contemporanea, che tanto deve al progresso delle idee maturato nella vecchia Europa, idee che proprio dopo un lungo viaggio sono approdate su quelle coste. Ecco allora unite ed intrecciate la tradizione e la multimedialità che in Puglia, come in qualsiasi altra lingua di terra nel mare, hanno sempre marciato assieme. Il risultato é qui, a Molfetta, in queste vecchie mura, uno spazio per un fruire d'arte totale, totale ed ampio come deve essere il respiro e lo spirito di una terra di marinai e viandanti, terra con lo sguardo rivolto anche ai grattacieli del mondo a venire, li', dall'altra parte dell'oceano, dove questa collettiva offrirà un ripensamento delle proprie origini del fare arte, quasi a voler istituire un atto di paternità da parte di quella sorta di graffiti presenti sui trulli di Alberobello nei confronti di quelli più famosi e colorati della metropolitana della Grande Mela.

Marco Caccavo


  



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